Stagno di S'Ena Arrubia

Poco dopo Arborea. Si può circumnavigare in auto. Dai punti panoramici si vedono migliaia di fenicotteri, anatre e folaghe, decine di aironi bianchi, polli sultani, falchi di palude e falchi pescatori.

Cattedrale di Santa Giusta

La chiesa di epoca romanica (XII sec.) in forme pisane e influssi lombardi è realizzata in trachite, ha la facciata con archi, una trifora e il timpano con rombo centrale. L'interno è a tre navate, separate da colonne alcune di provenienza dall'antica Tharros.

Oristano

La città offre significativi esempi di età medievale. Fulcro e capoluogo del ricco giudicato di Arborea, conosce un periodo florido e rappresenta l'ultimo baluardo della conquista aragonese dell'isola. Sotto la dominazione spagnola attraversa un lungo periodo di crisi caratterizzato da carestie, pestilenze e sommosse.
Della cinta muraria antica restano brevi tratti, la torre di Mariano II costruita nel 1291 e la Torre di Portixedda, a corpo cilindrico. Nel cuore dell'abitato si trova il Duomo, edificato ai primi del XIII sec. Con impianto originario a tre navate e transetto con cappelle, tra cui quella della Madonna del Rimedio con volta a crociera gemmata. La facciata e la struttura attuale, ad una navata con cappelle, risalgono ai primi del 700. Vicina è la Chiesa di San Francesco, con pronao neoclassico con colonne e timpano. Nell'interno, a pianta centrale, si trova sull'altare la statua lignea del '400 del Crocifisso del Nicodemo riferibile a scuola spagnola. Nella via Parpaglia, all'interno dell'omonimo papazzo, è l'l'Antiquarium Arborense che raccoglie numerosi materiali che abbracciano un arco cronologico che va dal neolitico al medioevo. In una sezione è allestita la Pinacoteca con pale di altari relativi a retabli del '400 e del '500.

Città di Tharros

Il luogo viene edificato nell'VIII sec. Dai fenici, in un punto particolarmente strategico e di facile approdo, sopra i resti di un centro nuragico.
Nel VI secolo a.C. diviene una piazzaforte punica e centro commerciale, in età romana la città cresce di importanza, nel X sec. Diviene capitale del giudicato di Arborea ed è definitivamente abbandonata durante i tentativi di conquista dell'isola da parte degli arabi. Nella città si possono vedere necropoli a camera e ad incinerazione, templi, il tophet, tratti della cinta muraria, edifici termali, abitazioni e ampi tratti della rete viaria e edifici di epoca paleocristiana come il Battistero e la Basilica del VI sec.

Chiesa di San Giovanni di Sinis

La chiesa paleocristiana di S. Giovanni ha subito notevoli trasformazioni in epoca romanica. Ha impianto bizantino a croce e tre navate, separate da tozzi pilastri, due sono voltate a botte, mentre la navata centrale e l'abside hanno copertura a cupola.
Si trovano all'estremità meridionale della penisola del Sinis, a breve distanza dall'abitato di Cabras.

Museo archeologico di Cabras

Il museo espone significativi materiali di epoca fenicia provenienti dall'abitato di Tharros e dal territorio comunale. Comprende anche una sezione preistorica e protostorica.

Nuraghe Losaa (circa 2 Km da Abbasanta)

Il nuraghe è del tipo complesso trilobato. Il primo impianto risale al bronzo medio. Due imponenti antemurali realizzati con grossi blocchi di pietre lo circondano. La cortina più esterna racchiude anche il villaggio di capanne originario e altri ambienti realizzati nelle successive fasi tardo-punica, romana e alto medievale.

Area archeologica Santa Cristina (a breve distanza dall'abitato di Paulilatino)

L'area archeologica è costituita da un santuario di età nuragica formato da un tempio a pozzo, dai resti di una torre nuragica e da un villaggio di capanne.
Il tempio a pozzo (bronzo finale) realizzato in blocchi squadrati, è costituito dal recinto che racchiude il vestibolo e la scala che conduce alla camera sotterranea. Poco distante si trova la chiesetta campestre omonima con le cumbessias che ospitano i pellegrini in occasione del novenario.

Museo archeologico-etnografico di Paulilatino

Il museo si trova all'interno del palazzo Atzori (XVIII sec.) ospita una esposizione di pannelli grafici e fotografici e una ricca sezione etnografica, tra cui la ricostruzione di una tipica cucina con arredi e oggetti originali