I dintorni e l'entroterra di Torre dei Corsari sono tutti da scoprire. Natura intatta. Suggestivi percorsi fra antichi villaggi minerari, nuraghi antichi di millenni, reperti archeologici di antiche civiltà. Esplora insieme a noi le più belle zone della Costa Verde!

Nella natura selvaggia

La Comunità Montana Monte Linas comprende diversi luoghi di grande interesse naturalistico. Per esempio, le zone marine con le dune di sabbia più importanti d'Europa del rio di Piscinas e Scivu, dove depongono le uova le tartarughe e gli uccelli migratori. O ancora, il parco comunale di Perda e Pibera, la cascata di Sa Spendula, il bosco di Gentilis e la cava di basalto a colonne verticali, dichiarati monumento naturale dalla Regione Sardegna.

L'area del Linas è un complesso montuoso, ricco di giacimenti minerari, caratterizzato da profondi canali e incisioni. La vegetazione conta numerose specie rare endemiche ed è costituita, in prevalenza, da lecci e sugherete misti a macchia mediterranea, agrifoglio e tasso. La fauna è varia come poche: aquila reale, gheppio, falco pellegrino, poiana, sparviero e grifone sono i re dell'aria.

Per osservare il Cervo sardo, meglio un'escursione fra le formazioni vulcaniche del Monte Arcuentu. L'area di Marceddì, invece, è una delle più importanti zone umide dell'isola per il numero e le specie avicole ospitate - pollo sultano, svasso maggiore, tuffeto, airone rosso, germano reale, gallinella d'acqua, folaga, cormorano e fenicottero.

 

Sulle orme della Storia

L'entroterra della Costa Verde conserva interessanti testimonianze del suo passato più remoto. Oltre ai ruderi dei vari villaggi distrutti dalle incursioni saracene, come Bidda Sciatta, Santa Sofia, Bidda Zei e Bidda Erdi, in località S'Angiara, vicino al borgo di Sant'Antonio di Santadi, puoi visitare i resti di una villa romana del II secolo d.C. La dimora è composta da diversi ambienti e dal frigidarium.

Sempre nel territorio della Costa Verde sono presenti alcuni nuraghi e diverse tombe dei giganti riportate alla luce nei primi anni del Novecento. Qualche nome? La Tomba dei Giganti di Bruncu Espis, i nuraghi dell'area del Linas, il pozzo sacro nuragico e le terme romane di Sardara, il Museo Nuragico di Villanovaforru, il Tempio di Antas e le grotte di Su Mannau di Fluminimaggiore. Ultima ma non ultima, la Reggia Nuragica di Barumini, il sito nuragico più grande e complesso della Sardegna - è monumento nazionale e sito di importanza mondiale per l'UNESCO.

 

Fra i segreti delle miniere

La Costa Verde è una terra di borghi minerari fantasma. I siti principali, ora dismessi, sono Ingurtosu e Montevecchio.

Ingurtosu è natura incontaminata unita a una delle civiltà minerarie più interessanti dell'isola. Tutto è ancora come una volta: i palazzi, le officine, i pozzi, le gallerie, tutti abbandonati negli anni Sessanta dopo l'esaurimento dei filoni di piombo e zinco.

Se Ingurtosu racchiude il fascino della natura incontaminata e del silenzio dell'abbandono, Montevecchio è la miniera dei primati: oltre cento chilometri di gallerie, il pozzo più profondo (350 metri), la più grande laveria all'aperto, costruita nel 1877.

Montevecchio è come un grande museo, sopra e sotto terra: basta pensare che vanta un campionario di palazzi e macchinari da far invidia alle vecchie miniere dell'Europa continentale. Oggi puoi scendere nei pozzi, visitare le gallerie, salire nei vecchi ballatoi in ferro e legno, spingerti nei boschi vicini. L'itinerario ideale per poter visitare queste località è rappresentato dalla strada costiera che, all'altezza di Funtanazza, si divide per proseguire verso le montagne, fino a Montevecchio.