Efisio, Guerriero di Dio, da secoli seguito, sul cocchio dorato, dalle genti di tutta l’Isola. Ogni 1° Maggio, tutta la Sardegna, per le vie di Cagliari, poi verso Nora, alla chiesetta del Santo.
Una processione religiosa, una sagra, uno spettacolo, ma soprattutto una festa, ravvivata dai mille colori dei costumi tradizionali, dal rumore delle “TRACCAS” i carri tirati dai buoi, carichi di pane, di dolci, di tappeti.
Una storia affascinante quella di Sant’Efisio. Era un ufficiale romano, venuto in Sardegna per combattere la “piaga” del Cristianesimo. Durante la traversata vide una Croce nel cielo e sentì la voce di Gesù nel cuore. Approdò in Sardegna cristiano e sconfisse i barbari invasori ad Arborea. In seguito, per le vie di Cagliari, predicò la Parola di Dio appassionatamente. Imprigionato nelle carceri buie, nel quartiere di Stampace, dove ora sorge la Sua Chiesa, passò indenne fra ce braci. In quei giorni grandi prodigi sconvolsero la città. Fu decapitato a Nora. I cagliaritani lo elessero a protettore, e lui puntualmente li ha soccorsi nei naufragi, liberati dai barbari, dalla peste, dalle carestie.
Nel 1659, una nave catalana, approdata ad Alghero, portò la peste in Sardegna. Cagliari pregò, offrendo al Santo la più solenne delle processioni. Efisio accettò il voto, liberando la città e il resto dell’isola dalla terribile epidemia. Da allora per tutti i Sardi il 1° Maggio è il giorno del ringraziamento. Tanto forte, tanto sentito, che non si è interrotto mai, neppure sotto le bombe della seconda guerra mondiale.